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" Formazione, focus sull'Rls"

fonte Italia Oggi / Sicurezza sul lavoro

28/09/2010 - La presenza dell'Aifos, l'Associazione italiana formatori della sicurezza sul lavoro, all'interno del Cnai è convinta e importante perché consente, a livello nazionale, di poter avere un luogo di discussione, di dialogo e di confronto tra tutti i soggetti e operatori della prevenzione per la salute e la sicurezza». Lo ha detto Rocco Vitale, presidente dell'Aifos, sociologo del lavoro e docente all'Università di Brescia, intervistato in merito al tema sicurezza. Domanda. Quali sono i costi della mancata sicurezza? Risposta. Dobbiamo, prima di tutto, considerare quello che è avvenuto nel corso dell'ultimo biennio dove abbiamo assistito e stiamo assistendo, perché ancora non è finita, a una delle pi difficili crisi economiche internazionali. Le difficoltà dell'economia si traducono nella difficoltà del lavoro e quindi di riflesso sulla sicurezza delle persone. In periodi di tagli di bilancio pochi imprenditori «con le spalle larghe» investono, mentre la stragrande maggioranza taglia gli investimenti. Tra questi tagli la sicurezza è certamente al primo posto per il semplice fatto che non viene mai collegata al prodotto e al lavoro ma come un costo aggiuntivo che non rende. E arrivato il tempo per affrontare sul serio con dati chiari ed analisi il problema dei costi della sicurezza. Le stime dell'Inail, le uniche disponibili sono del 2005, e valutano in oltre 45 miliardi di euro, pari al 3,21% del pil il costo sociale degli infortuni e degli incidenti sul lavoro. Ecco, credo sia giusto ripartire da qui per avviare un percorso che deve puntare sul fattore primario del lavoro che è l'uomo. Le norme e le leggi servono per attuare i processi e le azioni e non devono essere di ostacolo. Dobbiamo considerare, a questo punto, che questi anni, 2009 e 2010, sono stati molto importanti, a livello legislativo, per i temi che coinvolgono la salute e la sicurezza. Non è passato che un anno dall'approvazione del dlgs 106/2009 correttivo del dlgs 81/2008. Nel giro di due anni abbiamo assistito al completamento della legislazione sulla sicurezza dove l'impegno giuridico e normativo del legislatore è stata grande e importante. Purtroppo, a mio avviso, alle nuove norme e leggi non si sono affiancate le azioni sufficienti e necessarie. Penso alla formazione dove non è cambiato quasi nulla. I corsi sono sempre gli stessi e svolti nelle medesime maniere con l'aggiunta di qualche slide e il cambio di articoli che dal precedente 626 hanno cambiato titolo e posizione. Non vi è stato quel cambiamento culturale, prima di tutto all'interno del mondo degli operatori e delle istituzioni che il primo dlgs 81/2008 aveva tanto alimentato le attese e le speranze. Lo scorso anno con il correttivo 106 si è fatto un grande passo in avanti completando l'operazione legislativa dando forti segnali di cambiamento favorendo la formazione in azienda, lo sviluppo dei sistemi di gestione ed il nuovo ruolo che deve avere la bilateralità. A essere sinceri non è avvenuto quasi niente. I corsi sono quasi sempre gli stessi, i sistemi di gestione sono una rarità riservati per lc pi alle aziende medio grandi e strutturate (mentre sarebbe importante che tali sistemi proprio per la loro capacità attuati- va fossero elaborati e applicati alla piccola impresa, anche di 5 o 10 dipendenti) e sulla bilateralità si sta assistendo a un proliferazione di enti che si oc cupano solo di svolgere corsi ( pagamento) e non svolgere i. ruolo proprio e completo degL enti bilaterali che non è sol formazione. Spesso poi questi enti sviluppano la medesima formazione di aziende pubbliche e private in quanto i docenti sono gli stessi. Una domanda sarebbe lecita: la bilateralità serve solo a fare un po' di corsi e alimentare il business della formazione o serve alla sicurezza da effettuare con gli organismi bilaterali? Che dovrebbero conoscere, studiare, analizzare e proporre proposte innovative per i lavoratori del settore. D. A fronte di questa analisi, abbastanza negativa, quali soluzioni vede. Cosa è possibile fare? R. La situazione attuale ci deve portare a riconsiderare con estrema serietà i valori del lavoro e l'applicazione della legge. Applicazione non meramente formale, fatta di carta e documenti, ma sostanziale collegate alle realtà del lavoro. Tanto per cominciare, cito la formazione che è il settore dove operiamo, applicare sul serio l'analisi dei bisogni per ogni azienda e svolgere la formazione con tecniche metodologiche che vadano oltre la classica lezione da passare in aula a vedere le slide con gli articoli di legge. Passare dall'assolvimento formale a quello sostanziale non significa svolgere il numero di ore di un corso previsto dalla legge, anzi si dovrebbe fare di più : però in un altro modo. Perché un corso di otto ore deve essere svolto in una giornata o al massimo in due mezze giornate di quattro ore ciascuna. E' possibile e, forse più corretto, soprattutto se i lavoratori sono pochi, poter svolgere un' ora di corso alla volta. Le otto ore si svolgeranno nell'arco di 15 giorni o di un mese: l'importante e farle bene e sul serio. Il problema da risolvere è, a questo punto, il ruolo della docenza in quanto, alle tariffe attuali, non è pensabile che un docente svolga un'ora di formazione per solo una o due persone. La soluzione non è difficile. Bisogna avviare un nuovo progetto formativo che differenzi la formazione tra i soggetti responsabili e la formazione dei lavoratori. I primi devono essere sempre pi capaci, anche aiutati dai formatori, a sviluppare la formazione aziendale con nuovi strumenti metodologie che ne sviluppino le capacità al cambiamento ed all'apprendimento. D. Nel contesto di questa realtà cosa rappresenta il Cnai e quali sono le novità che Aifos propone? R. Lo scenario economico e sociale offre una grande opportunità di incontro e di dibattito. Proprio perché gli spazi vengo sempre pi a essere ridotti, salvo quelli che ognuno si costruire per se, il Cnai rappresenta il punto di riferimento nazionale. In questa logica Aifos presenta una novità assoluta che riguarda i Rappresentanti dei lavoratori. Occupandoci di formazione la nostra è una proposta innovativa che modifica radicalmente le modalità operative e metodologiche della formazione dei Rls. Consapevoli che il Rappresentante dei lavoratori dovrà assumere, anche per l'importanza che le parti sociali devono sempre pi avere nel processo ella sicurezza, un maggior ruolo all'interno dell'azienda la sua formazione deve essere mirata alle nuove esigenze. Allo stesso tempo, fissati i limiti delle ore e le materie per lo svolgimento dei corsi, questa azione non deve tradursi nella mera lezione di ascolto per assolvere all'obbligo ma essere occasione formativa della persona. Brevemente il progetto Aifos, che è stato sperimentato nell'ambito del programma «Lombardia Eccellente» e studiato in collaborazione con l'Enboa, l'Ente bilaterale delle organizzazioni autonome, che lo ha approvato facendolo proprio, parte dalla necessità dell'analisi del bisogno. Sarà il formatore che una volta effettuata l'analisi del bisogno dell'azienda proporrà quale metodologia utilizzare per lo svolgimento del corso per il Rls. Si parte, naturalmente, con il classico corso di 32 ore da svolgersi in aula dove, il progetto Aifos prevede che, agli argomenti classici previsti dalla legge sono state integrate da simulazioni ed esercitazioni da svolgersi sempre in aula con il sistema delle lezioni frontali. Qualora, per , l'azienda abbia specifiche caratteristiche il corso prevede che due o tre lezioni si possano svolgere direttamente in azienda e non in aula. Apposite tecniche e metodologie sono state inserite nel progetto Aifos. Infine, per molti casi, di singoli lavoratori che devono svolgere i corsi per Rls, sempre a seguito dell'analisi del bisogno, Aifos ha predisposto una metodologia di svolgimento mista che veda le lezioni svolte in parti distinte tra aula, in azienda e attraverso la formazione a distanza. Si tratta di un mix delle differenti tecnologie che sono sempre svolte con un docente o con la guida di un tutor affinché il lavoratore svolga un corso di formazione che gli consenta lo svolgimento del proprio ruolo.

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