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"Reati ambientali: presto ne risponderanno anche gli enti"

fonte Redazione Ambiente / Ambiente

12/04/2011 - La responsabilità amministrativa degli enti, racchiusa nel decreto 231/2001 sta per trovare applicazione anche nel settore dei reati ambientali, come richiesto nella Legge comunitaria 2009. Il Governo, nel Consiglio dei Ministri di venerdì scorso ha approvato, in via preliminare, due schemi di decreti legislativi, sui quali verranno acquisiti i pareri prescritti dalle Camere. Il primo recepisce le direttive 2008/99 e 2009/123, che danno seguito all’obbligo imposto dall’Unione europea di incriminare comportamenti fortemente pericolosi per l’ambiente, sanzionando penalmente condotte illecite individuate dalla direttiva e fino ad oggi non previste come reati, ed introducendo la responsabilità delle persone giuridiche, attualmente non prevista per i reati ambientali. Due le nuove fattispecie incriminatrici nel codice penale, per sanzionare la condotta di chi uccide, distrugge, preleva o possiede, fuori dai casi consentiti, esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette e di chi distrugge o comunque - deteriora in modo significativo un habitat all’interno di un sito protetto. Il secondo schema modifica la disciplina che ha dato attuazione alla direttiva 2006/117 EURATOM sulla sorveglianza e il controllo delle spedizioni di rifiuti radioattivi e di combustibile nucleare esaurito; il provvedimento uniforma le modalità della sorveglianza radiometrica dei rottami metallici e dei prodotti semilavorati metallici, al fine di garantire un’applicazione chiara delle disposizioni a suo tempo emanate, evitando rallentamenti nei traffici commerciali. Non è la prima volta che la responsabilità amministrativa degli enti viene richiamata per reati ambientali: già la Corte di Cassazione penale con sentenza n. 234/2010 aveva riconosciuto la responsabilità delle società per i reati che attengono alla raccolta e smaltimento dei rifiuti che siano loro affidate dagli enti pubblici territoriali. Quanto ai decreti di prossima emanazione approvati dal Governo, erano stati richiesti gà nell’art. 19 della legge comunitaria 2009 (legge 4 giugno 2010 n. 96) che assegnava al Governo un periodo di 9 mesi, in scadenza l’11 aprile 2011, per recepire sia la Direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente, che la Direttiva 2009/123/CE (di modifica alla Direttiva 2005/35/CE relativa all’inquinamento provocato da navi e relative sanzioni). Si chiedeva quindi di prevedere, nei confronti degli enti nell’interesse o a vantaggio dei quali è stato commesso uno dei reati, adeguate e proporzionate sanzioni amministrative pecuniarie, di confisca, di pubblicazione della sentenza ed eventualmente anche interdittive, nei limiti massimi previsti dagli articoli 12 e 13 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.

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