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"Efficienza energetica degli edifici: richiamo UE per l’Italia"

fonte edilportale.it / Risparmio energetico

05/10/2011 - Due mesi di tempo per adeguare la legislazione nazionale alla Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia.
È questo il nuovo ultimatum che la Commissione Europea ha lanciato il 29 settembre scorso all’Italia, il secondo step della procedura di infrazione a carico dell’Italia avviata nel novembre 2010.
 
Lo scorso anno, infatti la Commissione Ue contestava al nostro Paese la non completa applicazione della normativa comunitaria in materia di rendimento energetico degli edifici, rilevando in particolare, che le disposizioni italiane in materia di rilascio degli attestati di rendimento energetico non rispondevano alle norme fissate dalla direttiva ( leggi tutto).
 
A seguito della messa in mora di novembre 2010, l’Italia ha modificato la normativa ( Dlgs 192/2005, Dlgs 311/2006), ma evidentemente non ha convinto Bruxelles, che ha ritenuto di procedere con un ‘parere motivato’ per rinnovare l’invito all’Italia a conformarsi alle regole europee.
 
I punti contestati riguardano:
 
- la certificazione energetica: la direttiva prevede che gli Attestati di certificazione energetica siano rilasciati da esperti qualificati indipendenti per tutti gli edifici nuovi e per quelli esistenti. La legislazione italiana - osserva la Commissione - consente ai proprietari di autocertificare il rendimento energetico se dichiarano che il loro edificio appartiene alla classe di consumo inferiore (G) e che i costi energetici per l'eventuale inquilino o acquirente saranno molti alti; questo significa che il nuovo proprietario o inquilino non riceve alcuna informazione sui futuri costi energetici né alcuna indicazione su come migliorare il rendimento energetico dell’edificio.

- L’ affitto: per la legge italiana gli attestati di certificazione energetica sono obbligatori solo per i nuovi edifici, ma non per gli edifici esistenti che non ne abbiano già uno al momento della conclusione del contratto d’affitto.
 
- Gli impianti di condizionamento dell’aria: l’Italia, secondo la Commissione, non ha ancora messo in atto misure per garantire controlli regolari degli impianti.
 
Se l’Italia non adeguerà la normativa nazionale entro i termini fissati dalla Commissione europea, verrà deferita alla Corte di giustizia dell’Unione europea e rischierà una multa per il mancato recepimento della Direttiva.
 
Nei giorni scorsi, Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all’energia, ha dichiarato che “la procedura dell’Europa contro l’Italia sul rendimento energetico degli edifici è uno stimolo in più a inserire la norma per la detrazione del 55% nel Decreto Sviluppo a cui stiamo lavorando” ( leggi tutto). 
 
Ricordiamo che a luglio 2010 è entrata in vigore la Direttiva 2010/31/Ue sull’efficienza energetica in edilizia e sugli ‘edifici a energia quasi zero’, che sostituirà dal 1º febbraio 2012 la Direttiva 2002/91/CE ( leggi tutto) e che dovrà essere recepita nell’ordinamento italiano entro luglio 2012.
(riproduzione riservata)

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