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"«Lavoravano in nero per 4 euro all'ora» La Cgil:« Azienda sconosciuta all'Inps»"

fonte La Gazzetta del Mezzogiorno / Sicurezza sul lavoro

05/10/2011 - «Lavoravano in nero, senza contratto». E’ il racconto dei parenti delle vittime delle operaie morte nel crollo della palazzina di via Roma, a Barletta. «Mia nipote, 33 anni, prendeva 3,95 euro all'ora, mia nuora quattro euro: lavoravano dalle otto alle 14 ore, a seconda del lavoro che c'era da fare. Avevano ferie e tredicesima pagate, ma senza contratto. Quelle donne lavoravano per pagare affitti, mutui, benzina, per poter vivere, anzi sopravvivere» ha raccontato la zia di una delle vittime, davanti all’obitorio in attesa dei risultati dell’autopsia delle vittime. La Cgil intanto conferma che le operaie morte «lavoravano in nero per pochi euro all'ora» e anche che «dopo alcune verifiche sembra che l'azienda fosse completamente sconosciuta all'Inps».

FERRERO: LAVORO SCHIAVISTICO - «Dopo il crollo della palazzina di Barletta emerge la drammatica realtà del lavoro schiavistico: come si può infatti chiamare il lavoro svolto per meno di 4 euro l'ora con orari che vanno fino a 14 ore al giorno?». Lo ha affermato in Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista. «Nel dramma di Barletta - ha aggiunto - non abbiamo un segno di arretratezza ma la tragica modernità di un capitalismo disumano. A Barletta abbiamo l'applicazione concreta dei progetti di Marchionne per la Fiat, dove i lavoratori e le lavoratrici sono considerati carne da macello. Vorremmo sapere dal ministro Sacconi se dopo l'articolo 8 dell'ultima manovra la realtà di Barletta è da considerarsi - conclude Ferrero - legale o illegale per il governo italiano».

IL CORDOGLIO DI NAPOLITANO - Intanto sulla tragedia di Barletta è intervenuto il presidente della Repubblica. «L'inaccettabile ripetersi di terribili sciagure, laddove si vive e si lavora, impone l'accertamento rigoroso delle cause e delle responsabilità, e soprattutto l'impegno di tutti, poteri pubblici e soggetti privati, a tenere sempre alta la guardia sulle condizioni di sicurezza delle abitazioni e dei luoghi di lavoro con una costante azione di prevenzione e vigilanza». Giorgio Napolitano ha inoltrato un messaggio al sindaco di Barletta, dove ieri è crollata la palazzina.

LE PAROLE DI D'ALEMA - «Sono profondamente commosso per la tragedia che ha colpito Barletta». È quanto si legge in un telegramma di Massimo D'Alema al sindaco Nicola Maffei, al quale chiede di esprimere ai familiari delle vittime e alla cittadinanza tutta il proprio cordoglio e la propria vicinanza.

IL SINDACATO - «Una tragedia che si sarebbe potuta evitare. I morti sul lavoro sono sempre evitabili. Quelle lavoratrici avrebbero certamente fatto a meno di lavorare senza diritti, in condizioni di scarsa sicurezza e addirittura in locali pericolanti, se avessero trovato l’opportunità di un lavoro migliore e tutelato». È il commento di Giovanni Forte, segretario generale della Cgil di Puglia al crollo della palazzina. «Quante donne a Barletta come in Puglia lavorano ancora in quelle condizioni? Nella realtà dove più alto risulta il tasso di disoccupazione femminile, si lavora in nero. Questa è la realtà! Così non si può continuare. Servono - prosegue Forte - atti concreti che diano il senso del possibile cambiamento. Quello che fa il governo nazionale invece va in direzione opposta, all’insegna dell’idea che deregolamentando il lavoro e il sistema di tutele è possibile rilanciare l’occupazione e sostenere il sistema produttivo».

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