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"Il rischio di infortuni nella produzione vinicola"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
26/03/2012 - PuntoSicuro ha già presentato un dettagliato studio in
tre volumi elaborato da un gruppo di
lavoro composto da professionisti della CONTARP (Consulenza Tecnica
Accertamenti Rischi e Prevenzione) dell’Inail riguardo ai rischi
professionali nell’attività di produzione del vino e dell'olio, un’attività
rilevante nel settore agroalimentare italiano.
Dopo
aver parlato dei rischi
biologici e dei rischi chimici del comparto, oggi ci soffermiamo sul
secondo volume prodotto dalla CONTARP, dal titolo “ Il
comparto vinicolo e oleario: Le cantine”, e approfondiamo il
rischio di infortuni nella produzione
vinicola.
È
bene affrontare questo tema prendendo in esame le varie fasi produttive e
riportando alcuni dei suggerimenti contenuti nel volume.
Conferimento uve
Avviene
principalmente “per mezzo di trattori
gommati o cingolati con rimorchi, che dai campi trasportano l’uva nel sito
produttivo, dove viene effettuato lo scarico nella tramoggia previa pesatura”. Durante
la fase di carico delle casse sul rimorchio, “le stesse, per scivolamento o
ribaltamento, potrebbero investire sia l’operatore a terra sia quello sul
rimorchio; in quest’ultimo caso è opportuno che l’operatore svolga tale
attività solo con il mezzo fermo”. Inoltre bisogna assicurare “le casse in modo
stabile, anche con l’ausilio di dispositivi di ancoraggio (corde, traverse,
fermi); il guidatore inoltre dovrà
condurre
il mezzo con particolare attenzione e a velocità prudenziale, al fine di
non investire gli operatori che si trovano tra i filari; inoltre, terminata la
fase di carico, il conducente dovrà mantenere comunque una velocità
prudenziale, minore di 5 Km/h, specie in prossimità della tramoggia, al fine di
prevenire incidenti dovuti alla presenza di altri mezzi meccanici e di persone
a piedi”. È evidente poi la necessità di prestare particolare attenzione al rischio
di ribaltamento del trattore ed è bene prima dell’inizio di ogni turno di
lavoro “verificare l’efficienza del mezzo e soprattutto dei dispositivi di
sicurezza come la barra antiribaltamento e l’impianto frenante”.
Scarico uve
Una
misura per evitare incidenti “consiste nell’installare parapetti fissi di
altezza adeguata ai lati della tramoggia, dove lo scarico dell’uva avviene
manualmente dalle ceste. Sul lato ove lo scarico avviene per ribaltamento del
rimorchio, si dovrà ovviamente prevedere una balaustra mobile che andrà riposizionata
a scarico compiuto”. Poiché la
tramoggia
sul fondo è provvista di organo meccanico per sospingere l’uva verso la
successiva macchina di lavorazione, si
possono “prevedere dispositivi elettrici ed elettronici che blocchino detti
organi quando il parapetto risulta alzato”.
Pigiatura-diraspatura
Gli
organi meccanici in movimento della diraspatrice (separa i raspi dagli acini
d’uva) “possono comportare il rischio di presa e trascinamento in caso di
contatto con gli arti superiori dell’addetto. Poiché la macchina lavora in
automatico senza la presenza dell’addetto “il rischio è sostanzialmente legato
alla pulizia e manutenzione
della macchina”. È opportuno “proteggere gli organi meccanici in movimento
mediante ripari fissi o muniti di dispositivo di interblocco, in modo da
bloccare il movimento in caso di apertura del riparo ed impedire l’avviamento
fintanto che il riparo non è stato richiuso”.
Lavoro in
prossimità di aperture nel pavimento
Tenendo
conto che la diraspatrice si trova in genere sotto il piano del pavimento è necessario
installare un
parapetto normale con
fascia fermapiedi tutto intorno alla apertura verso il vuoto. Il documento
riporta altre indicazioni riguardo all’accesso alle scale per scendere nella
zona inferiore.
Lavoro in
postazioni sopraelevate
Ad
esempio le operazioni di
riempimento
della autocisterna e/o dei vasi vinari “comportano in genere la necessità
di raggiungere postazioni in altezza, con conseguente rischio
di caduta dall'alto”. Bisogna predisporre “accessi sicuri per le postazioni
situate in alto sui vasi vinari, mediante gradini stabili e antiscivolo,
parapetti, fascie fermapiedi, etc…, come prescritto dalle norme vigenti. Anche
l'accesso alla parte superiore dell’autocisterna deve essere reso sicuro, ad
esempio con una scaletta robusta dotata di gradini stabili e antiscivolo;
inoltre la sommità della cisterna deve essere dotata di camminamento
antiscivolo (ad esempio un grigliato metallico), lungo il quale siano presenti
corrimano e parapetto reclinabili, che vengono alzati dall'operatore prima di
accedere al camminamento. Infine può essere necessario fare uso di
D.P.I. adeguati (scarpe antiscivolo,
imbracatura con sistema di trattenuta che impedisca la caduta dall'alto)”.
Fermentazione nei
tini
Prima
di salire sulla sommità dei tini “l’operatore deve accertarsi che le scale
siano ben ancorate (mediante rampini di ancoraggio) e siano dotate alla base di
rinforzi in gomma antiscivolo; egli inoltre deve dotarsi di imbracatura
anticaduta che dovrà essere assicurata ai punti di ancoraggio ricavati sul
soffitto o sul castello dei tini (monorotaia o impalcatura). Sono
raccomandabili tutti gli accorgimenti di tipo organizzativo, utili ad evitare
che l’operatore si rechi sulla sommità, quando le operazioni possono essere
eseguite da terra, come la misurazione del livello con adeguati tubi graduati
in plastica trasparente; inoltre si possono dotare i fermentini di follatori (strumenti
che servono per la follatura, per reimmergere le vinacce nel mosto in
fermentazione, ndr) collocati al loro interno”.
Pressatura delle
vinacce
Le
bucce ed i semi (vinacce) sono “inviate ad un apposita pressa, costituita essenzialmente
da un cilindro ad asse orizzontale munito di ‘palette’ che effettuano la
pressatura; il succo che si ottiene
viene inviato in distilleria per la produzione della grappa”. Il rischio
maggiore è quello dovuto alla pulizia della macchina “che prevede l’ingresso
dell’operatore al suo interno”. Quando l’addetto entra “deve verificare che
nessuno possa mettere in funzione la macchina”. Nel volume sono riportati
diversi accorgimenti per facilitare questa verifica.
Maturazione del
vino e conservazione nelle botti
In
questa fase “non si ravvisano particolari rischi infortunistici in quanto
l’operatore accede al deposito delle botti sporadicamente, per effettuare i
controlli e prelevare il vino destinato alla vendita. Il principale rischio
riscontrabile è quello della
movimentazione
delle botti ed il loro accatastamento, in quanto compiendo operazioni
errate le botti potrebbero rovesciarsi e colpire gli operatori”.
Imbottigliamento e
inscatolamento delle bottiglie
Quando
“si verifica la rottura delle bottiglie o l’inceppamento della linea di
imbottigliamento, l’operatore deve arrestare la macchina e rimuovere la
bottiglia o i frammenti di vetro; a tale scopo dovrà indossare guanti
antitaglio e dovrà assicurarsi che la macchina non possa ripartire prima che
siano stati ripristinati tutti i dispositivi di sicurezza (interblocchi
elettro-meccanici, fotocellule etc…); dette precauzioni si rendono necessarie
anche durante gli interventi di manutenzione e regolazione delle singole
macchine automatiche costituenti la linea d’imbottigliamento. Un ulteriore
rischio è dovuto al caricamento e allo scaricamento della linea, là dove
l’operatore si trova in vicinanza di organi in moto come i nastri
trasportatori”.
Pulizia e
manutenzione dei vasi vinari
Prima
di riutilizzare un tino, “che non è stato usato da tempo oppure dopo che questo
è stato utilizzato, viene effettuato il lavaggio all’interno con una soluzione
di idrossido di sodio (anche chiamata soda caustica, NaOH)”. Inoltre durante
l’accesso all’interno di vasi vinari, “dove era stato introdotto l’azoto per
inertizzarne l’atmosfera allo scopo di evitare l’ossidazione del prodotto in
serbatoi riempiti parzialmente (vedere anche la descrizione della fase di
fermentazione tumultuosa), gli addetti possono essere esposti all’azoto
eventualmente rimasto nel contenitore dopo lo svuotamento del liquido”.
Movimentazione
meccanica, magazzino, spedizione
La
movimentazione delle merci avviene con carrelli
elevatori sia elettrici che diesel: i rischi infortunistici principali
consistono nel ribaltamento del carrello, nell’investimento di persone che
operano in prossimità ed anche nell’urto contro altri mezzi o manufatti che si
trovano nel raggio d’azione del carrello.
Il
volume si sofferma in particolare su questi ultimi rischi ricordando che il
carrello elevatore “deve sottostare
alle norme di sicurezza come mezzo di trasporto e di sollevamento; inoltre deve
essere utilizzato in un ambiente che ne consenta un esercizio adeguato”. E nel considerare
l'inserimento di un carrello in un ambiente “si dovranno quindi valutare:
- la rispondenza del mezzo alle necessità
operative: portata adeguata al carico, uso limitato ai soli mezzi a trazione
elettrica in locali chiusi, protezioni AD per zone con pericolo di esplosione;
-
l'efficacia del programma di manutenzione;
-
l'adeguata formazione del personale;
-
le condizioni di sicurezza dei percorsi;
-
le norme ben definite di comportamento per gli operatori;
-
le procedure per l'espletamento di tutte le operazioni necessarie all'uso dei
carrelli: (carica delle batterie, manipolazione acido solforico, ecc…)”.
Senza
dimenticare che i
principali dispositivi
di sicurezza “installati sui carrelli
elevatori sono:
-
la rete o la lastra anticesoiamento fissata sui montanti di sollevamento del
carico (o sulla parte frontale della cabina);
-
il tettuccio di protezione del posto di guida contro le cadute di materiale
dall'alto. Questa protezione nei carrelli con uomo a terra è sostituibile con
una piastra reggicarico;
-
i dispositivi contro la discesa del carico in caso di mancanza di forza
motrice;
-
i dispositivi di blocco istantaneo su tutti i tipi di carrello, anche quelli
diesel;
-
i comandi dotati di protezione contro l'azionamento accidentale e con ritorno
automatico in posizione neutra;
-
il dispositivo antiscarrucolamento sulle pulegge superiori delle catene di
sollevamento”.
Rimandandovi
alla lettura del volume in merito a tutti i possibili accorgimenti per limitare
i rischi da ribaltamento, concludiamo ricordando che i carrelli elevatori
possono necessitare di altri dispositivi in casi particolari è che il
percorso dei carrelli dovrà essere
accuratamente regolato e andranno eliminati per quanto possibile: ostacoli,
buche, chiazze di olio, inclinazioni eccessive o brusche.
In
caso di
rampe di carico sarà bene
usare “fermaruote per i mezzi da caricare”, senza dimenticare che i “piazzali
di carico devono avere pendenze idonee, o perlomeno, vanno eliminate le
pendenze che facciano allontanare i mezzi non frenanti dalle rampe di carico;
si potranno anche installare cancelli automatici o semiautomatici aperti solo
se è presente il mezzo da caricare”.
Inail
- Consulenza Tecnica Accertamenti Rischi e Prevenzione e Direzione Centrale
Prevenzione, “ Il
comparto vinicolo e oleario: Le cantine” (formato PDF, 2.74 MB).
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