News
" Amianto, come cambia la tutela previdenziale del lavoratore esposto"
fonte www.insic.it / Sicurezza
07/09/2012 - La protezione dei lavoratori esposti all’amianto passa anche per il
riconoscimento delle prestazioni pensionistiche.
L'art. 13, comma 8, della L. 257/1992 prevede espressamente che "per i lavoratori che siano stati esposti all'amianto per un periodo superiore a dieci anni l'intero periodo lavorativo soggetto all'assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali derivanti dall'esposizione all'amianto gestita dall'INAIL è moltiplicato, ai fini delle prestazioni pensionistiche, per il coefficiente di 1,5."
Tuttavia, la norma non indica espressamente dei limiti quantitativi, tanto che il concetto di esposizione all'amianto, utile ai fini del conseguimento del beneficio previdenziale, non è univocamente interpretato.
La giurisprudenza ha precisato i contenuti di questa statuizione con alcune significative pronunce: fra queste non può non essere citata la sentenza della Corte costituzionale n. 5 del 2000 per la quale deve essere esclusa un'interpretazione estensiva dell'art. 13: è infatti necessario agganciare detta esposizione a dei chiari standards parametrici di rischio che limitino la platea dei beneficiari.
Anche la Corte di Cassazione si è espressa sull’argomento e con sentenza della Cass. civ., 3 aprile 2001, n. 4913 ha chiarito che un rischio morbigeno rilevante è configurabile solo se si accerti la presenza nell'ambiente di lavoro di una dispersione di fibre di amianto in concentrazione - superiore ai valori limite indicati al D.Lgs. 277/1991- e tale che rende concreta (e non solo presunta) la possibilità del manifestarsi delle patologie generate.
Secondo il costante indirizzo della giurisprudenza i destinatari del beneficio previdenziale previsto dall'art. 13, comma sono non soltanto i lavoratori che abbiano perso o siano esposti al rischio di perdere il posto di lavoro in conseguenza delle lavorazioni dell'amianto, bensì più in generale tutti i lavoratori subordinati che abbiano subito una esposizione qualificata ultradecenn a le all'azione morbigena delle fibre di amianto.
L'art. 13, comma 8, della L. 257/1992 prevede espressamente che "per i lavoratori che siano stati esposti all'amianto per un periodo superiore a dieci anni l'intero periodo lavorativo soggetto all'assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali derivanti dall'esposizione all'amianto gestita dall'INAIL è moltiplicato, ai fini delle prestazioni pensionistiche, per il coefficiente di 1,5."
Tuttavia, la norma non indica espressamente dei limiti quantitativi, tanto che il concetto di esposizione all'amianto, utile ai fini del conseguimento del beneficio previdenziale, non è univocamente interpretato.
La giurisprudenza ha precisato i contenuti di questa statuizione con alcune significative pronunce: fra queste non può non essere citata la sentenza della Corte costituzionale n. 5 del 2000 per la quale deve essere esclusa un'interpretazione estensiva dell'art. 13: è infatti necessario agganciare detta esposizione a dei chiari standards parametrici di rischio che limitino la platea dei beneficiari.
Anche la Corte di Cassazione si è espressa sull’argomento e con sentenza della Cass. civ., 3 aprile 2001, n. 4913 ha chiarito che un rischio morbigeno rilevante è configurabile solo se si accerti la presenza nell'ambiente di lavoro di una dispersione di fibre di amianto in concentrazione - superiore ai valori limite indicati al D.Lgs. 277/1991- e tale che rende concreta (e non solo presunta) la possibilità del manifestarsi delle patologie generate.
Secondo il costante indirizzo della giurisprudenza i destinatari del beneficio previdenziale previsto dall'art. 13, comma sono non soltanto i lavoratori che abbiano perso o siano esposti al rischio di perdere il posto di lavoro in conseguenza delle lavorazioni dell'amianto, bensì più in generale tutti i lavoratori subordinati che abbiano subito una esposizione qualificata ultradecenn a le all'azione morbigena delle fibre di amianto.
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 779 volte.
Pubblicità
