News
"Il Medico del lavoro come consulente globale per la salute dei lavoratori"
fonte www.puntosicuro.it / Sorveglianza Sanitaria
02/08/2013 - Il mondo del lavoro sta affrontando una fase di profonda
trasformazione ed una gravissima crisi economica che porta al
ridimensionamento o chiusura di aziende e a varie forme di
ristrutturazioni organizzative e tecnologiche. In questa situazione
difficile il
Medico del Lavoro può “fornire un
contributo essenziale cercando di inserire la prevenzione in modo
adeguato e fin dall’inizio nella trasformazione in atto”.
Questo è quanto viene affermato in un intervento dal titolo “
Il Medico del Lavoro, consulente globale per la tutela della salute dei lavoratori”, pubblicato sul numero di gennaio/marzo 2013 del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia e a cura di Pietro Apostoli (Ordinario di Medicina del Lavoro, Università degli Studi di Brescia, Presidente Nazionale della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale)
e Marcello Imbriani (Ordinario di Medicina del Lavoro, Università degli
Studi di Pavia, Presidente Associazione Lombarda di Medicina del Lavoro
e Igiene Industriale).
Nell’intervento si sottolinea che
i medici del
lavoro sono coloro che possono garantire ai nuovi modelli tecnologici, organizzativi,
produttivi “gradi adeguati di prevenzione, sicurezza e promozione della salute
in modo che una volta avviati non si trovino da subito a fare il conto con
disturbi – disagio – malattie – infortuni”. E un necessario punto di partenza
“non può che essere il
riconoscimento di
un diverso ruolo del Medico del Lavoro – Medico Competente (ML) come
consulente globale in tema di tutela della salute e sicurezza da coinvolgere,
per quanto di competenza, in tutte le fasi e momenti della vita aziendale, nella
gestione dei sistemi qualità e accreditamento, nell’implementazione dei modelli
di gestione ex art. 30 D.Lgs 81/08”.
L’intervento ricorda che da tempo
la
Medicina del Lavoro (MDL) – che
“comprende discipline molto diverse, quali la Clinica (Medica), l’Igiene
(Industriale) la Tossicologia (Industriale ed Ambientale), l’Ergonomia, la
Psicologia (del Lavoro) ed utilizza competenze” ed abilità mutuate da Fisica,
Biochimica, Chimica Analitica, Ingegneria, Architettura - sta discutendo a
diversi livelli la sua collocazione, le fonti del suo agire, i risultati cui
perviene e la loro dimostrazione, nonché i rapporti con le “altre figure
(tecniche e manageriali) coinvolte nei processi di stima e gestione dei rischi
e della realizzazione e verifica dei programmi preventivi”.
Ma nello stesso tempo la MDL è
stata costretta “ad un vero e proprio
inseguimento
delle subentranti leggi, dal 626/94 al 106/09”, leggi che hanno cambiato la
natura della disciplina: “da contenuti medici che valorizzavano la
professionalità individuale a prevalente applicazione di leggi”.
Per riconoscere un nuovo e
diverso ruolo del Medico del Lavoro/Medico Competente si dovranno dunque
ridiscutere alcuni aspetti della vigente legislazione.
L’intervento si sofferma su
alcune
criticità.
Ne riportiamo alcune:
- “mancata previsione della sorveglianza sanitaria
all’esito della valutazione dei rischi se non nel caso di fattori di rischio
espressamente previsti dalla normativa vigente”;
- ruolo del ML nell’ambito della valutazione
dei rischi non adeguatamente definito, “dato che la sua presenza non è
stata inserita sin dall’inizio del processo preventivo, essendo la sua
collaborazione alla valutazione dei rischi prescritta solo quando è già stata
da altri stabilita la necessità della sorveglianza sanitaria”;
- “gestione della sorveglianza
sanitaria per i dipendenti con rapporto di lavoro flessibile”, gestione di
difficile realizzazione, “in particolare la formulazione del
giudizio di
idoneità alla mansione specifica”;
- il ML “non ha riferimenti in
merito alla propria azione quando sia in gioco la sicurezza dei terzi, se non
in relazione agli accertamenti previsti per alcol
e droga; attività, quest’ultima, che, peraltro, appare una palese anomalia
nell’ambito delle attività proprie del ML: l’assunzione di droghe, infatti, non
è un rischio lavorativo ma un problema comportamentale e la normativa vigente
determina uno stravolgimento del ruolo del ML, da consulente per la prevenzione
a controllore fiscale”;
-
la gestione dei documenti sanitari (in corso di sorveglianza sanitaria
ed a volte al cessare della stessa) comporta “formalità di tipo burocratico che
(se da un lato suscitano il sospetto di una immotivata sfiducia del legislatore
nei confronti della correttezza deontologica dei ML), dall’altro sollevano perplessità
in merito alla loro reale necessità ed efficacia, alla luce delle esperienze
maturate negli anni (si veda l’invio all’INAIL esclusivamente per via
telematica, delle cartelle sanitarie e di rischio, sia pure in un numero di
casi inferiore a quanto previsto in passato)”.
Appare dunque non più
procrastinabile una azione della Società Italiana di Medicina del Lavoro e
Igiene Industriale ( SIMLII)
“destinata ad un confronto chiarificatore con la Vigilanza, la Magistratura e
l’INAIL, volto a fondare una nuova cultura dell’aspetto legale e giudiziario
della prevenzione, portando da un lato a condividere regole comportamentali
razionali e scientificamente fondate (mettendo in secondo piano le
argomentazioni di natura essenzialmente repressiva), e dall’altro a diffondere
tra i ML la consapevolezza della legittimità di una loro azione motivata e non
solo cautelativa, purché questa risponda a criteri di scientificità e di
eticità”.
L’intervento ricorda che anche il
legislatore è pervenuto “ad un periodo di riflessione più generale a livello
europeo”. Non sono sufficienti gli strumenti legali. È
invece auspicabile un
approccio preventivo integrato: “alla
legge i compiti di indirizzo generale ed alla normativa tecnica e delle buone
prassi gli aspetti attuativi, in modo da poter arrivare, alleggerendo
sostanzialmente i vincoli impositivi per arrivare a più condivisi e consapevoli
traguardi preventivi occupazionali”.
In questo senso la scelta di SIMILI
“di puntare fin dal 2002 sulla
stesura
di linee guida (LG) per i ML è stato il frutto del convincimento che la
loro professione avesse specificità, complessità, rapidità di evoluzione tali
da consigliare, alla Società Scientifica che maggiormente li rappresentava, di
mettere a loro disposizione adeguati strumenti”. Il modello scelto da SIMLII, è
quello “propositivo-formativo”, rivisto nel 2009 secondo i principi del Sistema
Nazionale delle Linee Guida in Medicina.
Un altro elemento di riflessione
trattato è relativo al crescente interesse di “alcune tematiche di attualità in
campo ambientale, soprattutto l’
inquinamento
atmosferico e l’
alimentazione”:
su questi temi la Medicina
del Lavoro “può fornire conoscenze e competenze di assoluto rilievo, oltre
a metodi di indagine consolidati in decenni di esperienza in clinica e nei
luoghi di lavoro. Si tratta di uno spostamento di obiettivi (salubrità
dell’aria che respiriamo, sicurezza degli alimenti che assumiamo per nutrirci)
più che di contenuti e di metodologie”.
Inoltre, conclude l’intervento,
un’azione importante va condotta sui destinatari dei prodotti dell’attività dei
medici del lavoro (
datori di lavoro e
lavoratori), per “illustrare i vantaggi che derivano loro dall’esistenza di
LG e dall’aderenza dei medici che operano per loro in termini di qualità ed
efficacia delle scelte operative, indotte, tra l’altro, da adeguate LG, curando
tra l’altro le seguenti problematiche:
- “integrazione delle LG vere e
proprie con altri strumenti (quali consensus document, protocolli ect.);
impiego (differenziato) di detti strumenti nelle attività di aggiornamento ed
in quelle di orientamento;
- inquadramento delle attività di
produzione degli strumenti di orientamento qualificazione delle Società
Scientifiche nel contesto del Programma Nazionale delle LG, ora SNLG del
Ministero della Salute;
- apparente esclusione operata da
81/08 delle Società Scientifiche, delle Università, di qualificati gruppi di
ricercatori;
- eventuali conflitti tra chi
produce, raccoglie, valida, controlla nella fase applicativa;
- le LG non solo come strumento
didattico dell’accreditamento ma come riferimento professionale con scelta di
nuovi temi anche attraverso la (ri)analisi di bisogni
formativi;
- come si combineranno tali
strumenti con quelli previsti dal D.Lgs 81/2008”.
Punti che potranno essere affrontati e risolti
“nell’ambito di un confronto e di una collaborazione tra Società Scientifiche
ed Istituzioni”.
“ Il Medico del Lavoro, consulente globale per la tutela della
salute dei lavoratori”, a cura di Pietro
Apostoli (Ordinario di Medicina del Lavoro, Università degli Studi di Brescia,
Presidente Nazionale della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene
Industriale) e Marcello Imbriani (Ordinario di Medicina del Lavoro, Università
degli Studi di Pavia, Presidente Associazione Lombarda di Medicina del Lavoro e
Igiene Industriale), in Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, volume
XXXV - N. 1 - gennaio/marzo 2013 (formato PDF, 45 kB).
RTM
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1237 volte.
Pubblicità