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"Inail: i profili di rischio per le industrie meccaniche"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
02/08/2013 - Nella banca dati Inail/ex Ispesl dei "
Profili di Rischio di Comparto"
- strumento operativo di supporto ed indirizzo alla valutazione dei
rischi aziendale – sono raccolti 115 profili di comparto. Ricordiamo che
per comparto si intende "l'insieme delle unità locali dei luoghi di
lavoro dove si svolgono cicli di lavorazione simili o affini".
Ogni
profilo raccoglie le informazioni relative ai
rischi infortunistici, igienico-ambientali e organizzativi presenti in
ognuna delle fasi che costituiscono il ciclo lavorativo del comparto in
esame. È presente un
flow chart (diagramma di flusso) del ciclo, un documento per l'intero comparto e un documento per ogni singola fase di lavorazione.
Uno delle ultime schede tra i profili di rischio di comparto riguarda le
industrie meccaniche e,
nell’ambito di questo profilo, si è realizzato un nuovo capitolo
dedicato alle schede di rischio professionale (approccio alla
valutazione dei rischi per mansione).
Nella ricerca “
Profili di rischio nei comparti produttivi
dell'artigianato, delle piccole e medie imprese e pubblici esercizi: Industrie
Meccaniche”, il cui responsabile scientifico è il Dr. Duccio Calderini (Direzione
Sanitaria Dipartimento di Prevenzione Medica, ASL Varese), sono ad
esempio definiti gli scenari potenziali di rischio per la salute e sicurezza
degli operatori delle industrie meccaniche.
Il lavoro di ricerca nasce in
seguito ad un “consistente aumento della richiesta da parte delle piccole/medie aziende
metalmeccaniche di strumenti e informazioni che permettano al Datore di
Lavoro ed al Servizio di Prevenzione e Protezione nonché ai lavoratori di
approcciarsi alle problematiche inerenti la salute e la sicurezza nei luoghi di
lavoro in modo semplice e concreto”.
Il lavoro si è sviluppato con i
seguenti
obiettivi:
- individuazione delle realtà
produttive e delle lavorazioni
metalmeccaniche più significative nella provincia di Varese ed analisi dei
cicli di lavoro delle stesse;
- “elaborare semplici, ma
specifici profili di rischio per fase di lavoro e delle schede distinte per
mansione;
-
elaborare delle semplici buone prassi utili per le aziende come ‘esempio
da seguire’”.
Il documento si sofferma dunque
sul
settore metalmeccanico, e la sua
struttura, nella provincia di Varese. Il settore meccanico in questa zona
“conta circa 3.706 imprese e circa 49.621 addetti”.
Dopo un analisi sulla
situazione infortunistica (in provincia
di Varese, tra il 2000 ed il 2010, nel Settore Metalmeccanico “si è registrato
un costante ed importante calo degli infortuni: gli eventi denunciati si sono
ridotti del 49,1%, gli eventi ‘in occasione di lavoro’ del 57,1%”), il
documento si sofferma anche sulle
malattie
professionali o lavoro correlate.
A questo proposito, in
considerazione dei dati presentati, si evidenzia, pur nella consapevolezza
della “rilevante sottostima delle segnalazioni”, che “le malattie
professionali del settore metalmeccanico costituiscono comunque una quota
rilevante (tra il 20% e i 30%) di quelle riconosciute. Prevalgono le ipoacusie
da rumore e le patologie da sovraccarico
biomeccanico. Inoltre ai settori di produzione metalli e lavorazioni
meccaniche è associato un significativo numero di mesoteliomi e di tumori
maligni in genere, i particolare dell’apparato respiratorio. Non trascurabile è
anche il numero di malattie della cute”.
Rimandando i lettori ad una
lettura completa del lavoro di ricerca e ai futuri approfondimenti di
PuntoSicuro sulle schede di rischio professionale, elenchiamo brevemente alcune
delle lavorazioni analizzate:
-
deformazione plastica: processo che “trasforma in modo permanente
la forma di un corpo solido (in modo plastico) mantenendo costante la massa e
conservando la coesione del materiale. La deformazione avviene applicando al
pezzo una sollecitazione che può essere di compressione (es stampaggio), di
trazione (es. trafilatura), di taglio/scorrimento (es. tranciatura). Inoltre,
le lavorazioni, possono essere condotte a caldo (preventivo riscaldamento del
pezzo) o a freddo (temperatura ambiente)”. In particolare il documento si
sofferma sulla
laminazione
(“operazione che consente di trasformare un semilavorato
metallico proveniente dalla fonderia in lastre, lamiere, nastri, profilati,
tubi senza saldatura, ecc.”),
forgiatura
(fucinatura e stampaggio),
imbutitura
(o stampaggio a freddo consiste nella trasformazione di una lastra piana di
materiale metallico laminato in un oggetto cavo di geometria più o meno
complessa tramite uno o più passaggi),
trafilatura,
piegatura e
tranciatura;
-
separazione: attività che consiste nell’asportazione di materiale.
Ad esempio prevede la
separazione per
asportazione di truciolo mediante l’uso di utensili che asportano il
materiale in eccesso. Le lavorazioni possono essere svolte con macchine utensili
per tornitura, foratura, fresatura, rettifica e alesatura. Gli utensili di più
comune impiego e le rispettive macchine utensili sono: punta elicoidale per il
trapano; utensile monotagliente per il tornio; fresa per
la fresatrice; mola per la rettificatrice. Sono analizzate anche nuove
tipologie di separazione con riferimento a
elettroerosione
(“tecnologia di lavorazione non convenzionale che utilizza le capacità erosive
delle scariche elettriche”) e
plasma
(procedimento atto a tagliare
acciaio ed altri metalli utilizzando una torcia al plasma). Infine si fa
riferimento alle attività di
pulitura,
in relazione a molatura, decapaggio, sgrassaggio e sabbiatura.
Per concludere riportiamo un
elenco di schede di rischio professionale
e di
buone pratiche elaborate in
relazione alle attività nelle industrie meccaniche:
“ Profili di rischio nei comparti produttivi dell'artigianato,
delle piccole e medie imprese e pubblici esercizi: Industrie Meccaniche”,
Elaborato finale I anno ricerca N B/02/DPO/09, responsabile scientifico Dr.
Duccio Calderini (Direzione Sanitaria Dipartimento di Prevenzione Medica, Asl
Varese), referenti scientifici Inail Dott. Diego De Merich, Dott. Mauro
Pellicci, Dott.ssa Sara Stabile, Dott.ssa Ghita Bracaletti, documento di luglio
2012 (formato PDF, 2.46 MB).
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di rischio nei comparti produttivi: industrie meccaniche”.
RTM
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