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"La differenza tra colpa e responsabilità nella sicurezza sul lavoro"
fonte www.puntosicuro.it / Normativa
09/01/2015 - I commenti che seguono i gravi incidenti e
le sentenze correlate spesso mettono in risalto come la nostra
normativa sulla sicurezza non riesca a far avanzare nella società
quell’idea di “cultura della sicurezza” che dovrebbe essere alla base di
ogni azione preventiva. Forse serve un approccio diverso o comunque un
approccio più “ricco” verso le problematiche e le carenze della
sicurezza sul lavoro in Italia, un approccio che, ad esempio, non riduca
gli incidenti solo ad un problema di comportamenti individuali.
Sono queste motivazioni che ci hanno spinto a soffermarci ad Ambiente Lavoro di Bologna sul
titolo e sulla presentazione di un convegno che si è tenuto il 24
ottobre 2014, organizzato dall’Associazione italiana Non Technical Skill
( AiNTS): “
La sicurezza tra colpa e responsabilità”.
Nella presentazione del convegno si ricordava che quando si
verifica un incidente dalle conseguenze gravi, si avvia un procedimento
giudiziario orientato a identificare le cause dell’evento. E che a tale
indagine segue generalmente un processo destinato a individuare le
misure correttive che si basano su sanzioni e provvedimenti disciplinari
nei confronti delle persone coinvolte nell’evento, e sul rinforzo della
norma.
Il problema è tuttavia che un approccio di questo tipo può avere
“effetti negativi sull’apprendimento organizzativo”, in quanto “
l’attenzione ‘focalizzata’ alle colpe individuali impedisce di fare chiarezza sulle dinamiche e sulle condizioni organizzative (decisioni manageriali, cultura della sicurezza, flussi di comunicazione interna, ecc.)” che portano all’incidente.
Partendo da queste affermazioni
abbiamo cercato allora di approfondire il tema intervistando il 23 ottobre, un
giorno prima del convegno,
Attilio
Pagano, Presidente di AiNTS.
Dopo aver chiarito brevemente
cosa si intenda per Non Technical Skill,
per competenze
non tecniche, abbiamo chiesto quale fosse il
rapporto tra colpe individuali e condizioni organizzative e le
differenze tra i concetti di “colpa” e
“responsabilità”.
Cosa si intende per ‘errore onesto’ e per ‘atti di negligenza’?
E quanto le condizioni organizzative incidono negli infortuni di
lavoro?
E se, secondo Pagano, le
condizioni organizzative incidono “quasi di più del comportamento individuale,
inteso come comportamento discrezionale”, c’è un modo di
spostare l’attenzione nelle aziende dai problemi di comportamento ai
problemi organizzativi?
Nella presentazione del convegno si legge che l’attenzione focalizzata
alle colpe individuali impedisce di fare chiarezza sulle dinamiche e sulle
condizioni organizzative. Cerchiamo di approfondire il significato di questa
frase entrando anche nella definizione e differenza tra colpa e responsabilità.
Attilio Pagano: Nel linguaggio comune, anche quello di ambito giuridico,
si tende ad usare la parola “colpa” e la parola “responsabilità” in modo
sostanzialmente interscambiabile. In realtà una distinzione è possibile ed è
vantaggiosa e ci porta a riconoscere che la colpa chiama in causa l’elemento
del comportamento e delle scelte di qualcuno nell’avere favorito il verificarsi
di un evento avverso. La responsabilità invece chiama in causa la propensione
nel comportamento a migliorare le cose. A uscire, ad esempio, da delle
condizioni autoalimentanti di conflittualità, se parliamo di responsabilità
nelle relazioni interpersonali. Altrimenti se parliamo di
safety, possiamo parlare della responsabilità nel portare alla luce
tutti quegli eventi che non hanno ancora superato la soglia dell’autoevidenza –
perché non sono infortuni e incidenti gravi – che potrebbero essere importanti
per mettere in atto delle strategie di prevenzione proattiva. Non soltanto di
reazione agli incidenti o infortuni accaduti, ma di anticipazione delle cose
che possano accadere.
La “
sicurezza tra colpa e responsabilità” vuol dire cercare di prendere
le distanze da un’idea esclusivamente colpevolizzante, della ricerca del
colpevole, e dare spazio invece ad una concezione responsabilizzante, dove i
comportamenti delle persone servono anche ad anticipare gli eventi, a creare le
condizioni organizzative per cui gli eventi possano essere governati (...).
Poi nel sistema giuridico c’è una
complicazione in più (...) che è quella che assimila la colpa di avere commesso
qualcosa per procurare un danno alla colpa di non avere fatto degli obblighi
che avrebbero potuto evitare il danno.
Cioè il
concetto di colpa nel codice penale è quello che rende equivalenti
l’avere agito per procurare un danno con il non avere fatto le cose di un
soggetto obbligato, di un titolare di una posizione di garanzia (...). Quindi
mette sullo stesso piano le
azioni e
le
omissioni.
Sulle azioni c’è poco da dire: se
io ti procuro un danno sono sicuramente colpevole e devo pagare. Sulle
omissioni conviene riflettere perché un conto è l’omissione di un comportamento
specifico – non ho fatto qualcosa che la legge in modo chiaro circoscrive e
identifica – un’altra cosa è l’omissione di non avere fatto una prestazione
cognitiva. Ad esempio ho omesso di prevedere. La previsione è una prestazione
mentale difficile da rimproverare a qualcuno. Perché nel momento in cui gliela
rimprovero io so come le cose sono andate a finire, ma nel momento in cui le
doveva prevedere, lui non sapeva come le cose sarebbero andate a finire.
Questa differenza nel giudizio
della rimproverabilità, tra il momento di quando rimprovero e di quando il
comportamento deve essere attuato, è una differenza che gli psicologi cognitivi
hanno ben identificato come la circostanza del “pregiudizio del senno di poi”.
Probabilmente gli ispettori e i
giudici dovrebbero di più considerare che sono nelle condizioni più favorevoli
per rimproverare a qualcuno di non avere previsto, di quanto non siano le
persone quando dovevano prevedere.
La
previsione non è sempre possibile, non è sempre facile...
Ciò ha che fare con la distinzione tra “l’errore onesto e gli atti di
negligenza”, come riportato nella presentazione del convegno?
A.P.: Certo. Ad esempio nel concorso causale dei comportamenti agli
eventi ci possono essere le
violazioni
– e per violazione si intende un comportamento difforme da una prestazione
attesa, però guidato da consapevolezza (io so di fare qualcosa che non dovrei
fare) – e gli
errori.
Gli errori sono caratterizzati
per definizione da involontarietà. Uno non si rende conto di fare un’azione
sbagliata o di non fare un’azione, per omissione, dimenticanza. Se noi
riuscissimo a tener conto di queste distinzioni avremmo più strategie
preventive: se io vado a colpevolizzare una persona che ha commesso un errore,
sicuramente appagherò un senso di giustizia ripartiva, ma non appagherò un
senso di costruzione delle condizioni che rendono l’errore meno probabile. Ti
ho punito perché ti sei dimenticato, perché ti sei distratto, ma non faccio
nulla per toccare le condizioni che favoriscono la dimenticanza o le condizioni
distraenti che rendono difficile il mantenimento nell’attenzione elevata, ad
esempio, in una prestazione lavorativa.
Avere un sistema di ricostruzione
del concorso causale degli avvenimenti che tenga conto di questa distinzione è
molto vantaggioso: dà più strategie di prevenzione.
Quanto le condizioni organizzative incidono negli accadimenti avversi,
negli infortuni, nella mancata tutela dei lavoratori?
A.P.: Io credo che incidano quasi di più del comportamento individuale,
inteso come comportamento discrezionale. L’operatore individuale in un contesto
socio-tecnico raramente è pienamente libero di agire. E’ sempre soggetto alle
influenze delle interazioni con gli altri. E cercare di portare alla luce le
condizioni organizzative è molto vantaggioso (...).
Ad esempio nella vicenda Costa
Crociere rimane un solo imputato, il Comandante Schettino. (...) Ma se io
mi accontento di punire Schettino ma non vado anche a identificare tutto ciò
che aveva creato quella normalizzazione della devianza nella conduzione delle
navi crociera sempre più vicino alle coste (...), lascio le condizioni immutate
perché si ripresentino questo tipo di incidenti. (...)
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