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"L’amianto uccide più degli omicidi bianchi. Facciamolo sparire"

fonte Liberazione, Fulvio Aurora - Medicina Democratica/Aiea / Sicurezza sul lavoro

01/10/2009 - La seconda Conferenza nazionale sull'Amianto - "Amianto e giustizia" - verrà celebrata a Torino dal 6 all'8 novembre. Perché Torino? 1110 dicembre al seguito del rinvio a giudizio si apre il più grande processo in tema di salute nei luoghi di lavoro che sia mai stato fatto. Affianca il processo della Thyssen Krupp, ma ne amplia i contenuti. Discutiamo di malattie professionali che, quanto a deceduti, superano di gran lunga gli infortuni sul lavoro. Almeno 8 volte tanto. Un processo che ha anche una peculiarità in più, ovverosia quella di contare fra le circa 3mila vittime individuate dal procuratore Raffaele Guariniello (al processo se ne sono presentate un migliaio) anche cittadini che mai avevano lavorato in fabbrica. Molte di queste erano mogli di lavoratori e molte altre di più abitanti di quartieri e città vicini alle fabbriche. La conferenza nazionale ne discuterà a partire dalla relazione del senatore Felice Casson e a seguire dall'intervento proprio in tema di malattie professionali di Beniamino Deidda, procuratore generale a Firenze, senza dimenticare la tavola rotonda con Jean Paul Tissonniere, avvocato di Parigi, Jean Ferrnon da Bruxelles, l'Mitchel Cohen da Philadelfia, coordinati da Sergio Bonetto di Torino, parte civile nel processo contro l'etemit per molte vittime e per l'Aiea, associazione esposti amianto). L’amianto va tolto di mezzo, va eliminato dalla faccia del nostro paese. Era l'impegno preso nella prima conferenza (non governativa) organizzata a Monfalcone; bisognava censire i siti contaminati, definire le priorità di rimozione, eseguire le bonifiche e trovare il modo, aiutati, nel caso, anche economicamente. Tutto ciò entro i12015. Solo la regione Lombardia ha assunto questa indicazione e l'ha fatta propria inserendola nel Piano regionale Amianto. La seconda Conferenza ribadirà il concetto e cercherà di farlo passare anche alle altre regioni. Si parla di giustizia per le migliaia di vittime dell'amianto. Una stima, probabilmente inferiore alla realtà, ci dice che i morti da amianto ogni anno sono intorno ai 4mila. Si sa per certo (dall'apposito registro nazionale) che solo coloro che sono colpiti dal mesotelioma sono 1.300. Ottenere giustizia è difficilissimo. Ci vuole coraggio, molto lavoro, ci vogliono soldi. I processi non partono mai. Ne sanno qualcosa le vittime e le associazioni di Monfalcone che hanno dovuto attendere più di 5 anni prima che un procedimento potesse partire. In questi giorni a Milano un ulteriore esposto ha sollevato il coperchio sui 33 morti per amianto alla PireIli. La Asl aveva fatto al prima denuncia nel 2005. Non si sa nulla di quando partirà il processo; si spera invece che parta velocemente a Voghera (lavoratori ex Fibronit e cittadini di Broni), che la chiusura dell'istruttoria della Marlane di Praia a Mare (Cs) indichi che l'avvio del procedimento giudiziario è prossimo. Fare giustizia significa non solo passare dai tribunali, occorre che chi è stato colpito venga tenuto sotto sorveglianza sanitaria, che si mettano in atto tutte terapie necessarie per chi ha avuto la sventura di essere colpito da un tumore grave pur sapendo che non vi sono, allo stato attuale, possibilità di guarigione. Che vi sia un effettivo risarcimento: siamo reduci da un incontro al Ministro del Lavoro cui abbiamo rivendicato l'emanazione del regolamento per l'erogazione del Fondo per le Vittime dell'Amianto. Dopo oltre un anno e mezzo dalla sua scadenza abbiamo saputo che ci vorrà ancora tempo e che uscirà monco. Sarà erogato solo alle vittime esposte sul lavoro e non ai cittadini colpiti. Una Conferenza è necessaria e opportuna se richiede e rivendica giustizia sotto tutti i punti di vista; se fa capire che l'amianto è un emergenza; se mobilita anche chi si sente fuori, se finalmente le pubbliche amministrazioni, lo Stato, i tribunali, fanno il loro dovere.

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