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"«Dimostrero che quel grano canadese era sicuro» "

fonte La Gazzetta del Mezzogiorno, A.Norscia / Sicurezza alimentare

14/10/2009 - Francesco Casillo intende chiedere il giudizio immediato, saltando dunque il filtro dell'udienza preliminare fissata per il 20 ottobre dinanzi al gup del Tribunale di Trani Maria Grazia Caserta per effetto della richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Antonio Savasta che lo accusa di adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari nell'ambito dell'inchiesta sul grano contaminato da ocratossina giunto dal Canada nel porto di Bari il 23 settembre2005. Ad annunciarlo è lo stesso 43enne imprenditore coratino con una nota diffusa ieri pomeriggio. «L'accusa che mi viene mossa sostiene Casillo è di aver acquistato e poi trasformato ed immesso sul mercato grano duro contaminato da ocratossina: una sostanza che, secondo alcuni studi, sarebbe pericolosa se presente in dosi superiori ai limiti di legge. Si tratta di un addebito particolarmente infamante per chi, come me e la mia famiglia, opera da sempre con correttezza e serietà nel settore della molitura e della commercializzazione del grano. Proprio per questo, nonostante sia sempre stato convinto dell'assoluta infondatezza dell'accusa, subito dopo la notifica dell'ordinanza di custodia cautelare avevo presentato istanza di patteggiamento (una multa di 3.040 che ricevette il consenso del pm ma fu ritenuta incongrua dai gup Giancaspro, ndr) al solo scopo di chiudere la vicenda in breve tempo, evitando un grave danno d'immagine per l'azienda. Oggi, invece, sono lieto che quella richiesta sia stata a suo tempo disattesa dal gip: è infatti mia ferma intenzione provare la completa innocenza e la correttezza dell'operato della Molino Casilio Spa, dimostrando che grano trasportato sulla Loch Alyn era assolutamente sicuro. D'intesa con i miei difensori, ho chiesto di procedere con rito immediato ai dibattimento, rinunciando all'udienza preliminare per giungere, prima possibile, ad una sentenza che accerti la verità e fughi ogni dubbio sulla mia condotta e sulla mia buona fede»

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