11/04/2011 - Confindustria, Inail e Federmanager alla scoperta delle aziende a cui dare 10 in sicurezza. Ne hanno esaminate 39 (circa un terzo di media grandezza, ossia tra 50 e 250 addetti, a seguire un 25,6% di pmi e un 4% di grandi dimensioni), nell'ambito del progetto «Sviluppo imprese in sicurezza», da cui è emerso che nessuna è stata ritenuta pienamente conforme alla definizione di «buona prassi» contenuta nell'articolo 2 del decreto legislativo 81/2008. La best practice prevalente è rappresentata dalla realizzazione di sistemi integrati di gestione o di sicurezza, che riguarda il 41% delle imprese, in particolare quelle piccole o medie (60%), mentre nelle grandi le esperienze migliori sono legate alla comunicazione e all'informazione. Nel complesso, comunque, il quadro imprenditoriale italiano, hanno evidenziato i promotori dell'iniziativa, è piuttosto disomogeneo sia nelle entità, sia nelle modalità in cui vengono computati i costi per gli interventi. A questo monitoraggio è seguita la definizione di un modello comune contenuto in un documento che, realizzato con il coordinamento di Inail e Consel - Consorzio Elis per la formazione professionale superiore, è stato pianificato insieme a 14 aziende a rete italiane che hanno predisposto un meccanismo organizzativo standard, che potrà avere ricadute anche nella diffusione della prevenzione degli incidenti nell'indotto e nella filiera. I soggetti che hanno aderito al progetto dell'istituto assicurativo sono Autostrade, Kohala srl, Trenitalia, Efin, Eni, Enel, Esri, Italcementi, Poste italiane, Saipem, Iss, Marco Polo e le municipalizzate di Roma e Lazio Ama, Acea e Trambus.

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